Le caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche della soia stanno suscitando sempre maggiore interesse nei Paesi occidentali. L’alto contenuto proteico e lipidico la distinguono nettamente dagli altri legumi; è un alimento ricco di acidi grassi omega3 e omega6 e la sua qualità proteica è la più alta del mondo vegetale, avvicinandosi a quella delle proteine animali. Per questo la soia è uno degli alimenti base per i soggetti che seguono una dieta vegetariana, ma può essere vantaggiosamente inserita anche all’interno di una dieta varia ed equilibrata. Un’alimentazione ricca di alimenti di origine vegetale, infatti, risulta più vicina alla vera dieta mediterranea, nella quale il consumo di carne dovrebbe essere limitato, diversamente da quello che succede nei Paesi industrializzati, dove spesso questa si consuma in eccesso.
La componente lipidica della soia è costituita prevalentemente da molecole insature, tra le quali si trova una quota considerevole di acido linoleico, un acido grasso della famiglia degli omega6, particolarmente benefici per la salute. Inoltre, a differenza degli altri legumi, la soia contiene anche una quota di acido α-linolenico, un acido grasso essenziale della serie degli omega3. Questa composizione lipidica, oltre ad avere un’ottima qualità nutrizionale, sembra avere un effetto protettivo agendo sui parametri dell’infiammazione.
Non solo, questo legume contiene più di 100 molecole bioattive che la rendono un alimento funzionale importantissimo nella prevenzione di diverse malattie croniche. La minor incidenza di questi disturbi nelle popolazioni asiatiche, dove la soia viene consumata regolarmente da migliaia di anni, ha spinto la ricerca scientifica a indagare sull’azione di questi composti, con nuove e importanti evidenze che possono migliorare mortalità e morbilità nei Paesi occidentali.
In Europa le principali cause di decesso sono dovute a ipertensione, ipercolesterolemia, fumo di sigaretta, sovrappeso e obesità, insufficiente consumo di frutta e verdura, inattività fisica ed eccesso di alcool. Nei Paesi ricchi la mortalità è legata prevalentemente allo sviluppo e degenerazione di patologie croniche, per le quali lo stile di vita e l’alimentazione giocano un ruolo fondamentale.
I principali effetti evidenziati dagli studi condotti sulla soia riguardano l'abbassamento del colesterolo "cattivo" (LDL) e dei trigliceridi, l'aumento del colesterolo "buono" (HDL), l'abbassamento della pressione arteriosa e la riduzione di infiammazione e stress ossidativo.
I composti bioattivi della soia più conosciuti sono gli isoflavoni e i fitosteroli.
Una porzione di alimento a base di soia, come 100 g di tofu o 250 ml di latte di soia, contiene circa 25 mg di isoflavoni. Il consumo di isoflavoni varia tra i 30 e i 50 mg/die in Giappone, ma è di soli 3 mg/die in Stati Uniti, Canada ed Europa. Dal punto di vista chimico gli isoflavoni sono sostanze con struttura simile a quella degli estrogeni e vengono per questo nominati anche fitoestrogeni.
I fitosteroli, invece, fanno parte della componente lipidica della soia. La loro capacità nell’abbassare i livelli di colesterolo ematico è stata ampiamente dimostrata. Inoltre, studi recenti attribuirebbero ai fitosteroli proprietà antitumorali e di miglioramento delle malattie croniche.
Sui composti minori della soia, come le saponine, attualmente esistono ancora pochi studi, tuttavia sembrerebbe che queste molecole abbiano proprietà protettive nei confronti del sistema cardiovascolare, proprietà antiossidanti, antivirali, antitumorali ed epatoprotettive.
In ambito oncologico, le maggiori evidenze di associano ai tumori della mammella e della prostata, ovvero a due delle più diffuse patologie oncologiche dei Paesi occidentali. Il tumore mammario è notoriamente meno frequente nelle regioni asiatiche, dove il consumo di soia è maggiore. Gli studi epidemiologici hanno mostrato, infatti, una riduzione del 30% circa nell’incidenza di questa patologia. Altre forme oncologiche su cui si stanno accumulando evidenze scientifiche sono i tumori del colon, dell'ovaio, e recentemente anche sullo sviluppo del tumore dell’endometrio.
Gli effetti antitumorali della soia sono stati largamente ascritti agli isoflavoni, i quali sarebbero in grado di modulare il ciclo cellulare, l’apoptosi, la differenziazione, la proliferazione e la comunicazione intercellulare, migliorando prognosi, mortalità e incidenza delle recidive.
Infine, gli isoflavoni possono essere utilizzati come alternativa alla terapia ormonale sostitutiva nelle donne in menopausa e, più in generale, il consumo di soia in questa età della vita aiuta a ridurre i sintomi vasomotori (le cosiddette "vampate di calore"), il rischio cardiovascolare e l'incidenza di osteoporosi, con conseguente miglioramento della qualità di vita. Questo ultimo effetto è verosimilmente legato non solo agli isoflavoni, ma anche alla qualità proteica e all’alto contenuto in calcio, che rendono la soia un alimento valido nel mantenimento della salute ossea. Il latte di soia, invece, ha naturalmente un contenuto minore di calcio rispetto al latte vaccino, tuttavia nelle bevande vegetali che si trovano in commercio viene normalmente fortificato. Studi scientifici hanno evidenziato che il consumo di latte di soia si associa ad una minore incidenza di osteoporosi.
Ad oggi non sono stati dimostrati effetti negativi della soia sulla salute, eccezione fatta, ovviamente, per i soggetti allergici a questo alimento, i quali lo devono escludere completamente dalla propria dieta. Numerosi sono invece gli effetti benefici di questo legume e dei suoi derivati, come tofu, tempeh, bevanda e yogurt di soia, che possono quindi entrare a far parte della nostra alimentazione.
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