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Immagine del redattoreDott.ssa Valentina Riccio

Le ragioni della scelta veg

Aggiornamento: 2 nov 2021

In occasione del #WorldVeganDay cerchiamo di capire le ragioni di questa scelta alimentare. La necessità di questo articolo deriva dal fatto che, nonostante vegetariani e vegani siano in costante aumento (anche nel nostro paese), capita speso di sentire critiche piuttosto severe verso questi soggetti. Il mio lavoro mi ha permesso di comprendere che si sa davvero poco sulle caratteristiche nutrizionali della dieta vegetale e che dominano invece falsi miti e credenze erronee.


Iniziamo analizzando le motivazioni alla base di una scelta vegetariana, che possono essere varie, ma le principali riguardano tre ambiti:


1) LA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE. Il tipo di alimentazione più ecologista è quella 100% vegetale. L’alimentazione latto-ovo-vegetariana ha un impatto 4 volte più alto, quella onnivora 8 volte più alto. Il settore agroalimentare è uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra (superando la totalità del sistema dei trasporti) e più del 70% di queste sono imputabili all'allevamento del bestiame, in particolare dei bovini. Questo solo per quanto riguarda l’effetto serra, ma va tenuto presente che come impatto ambientale totale contano anche i consumi di acqua, sostanze chimiche e terreni. Anche su questi temi regna molta confusione, un esempio lampante è l'enorme equivoco riguardante la soia. Si sente infatti spesso criticare la scelta vegetale perché "la soia non è sostenibile", facendo riferimento alle coltivazioni estensive del Nord e del Sud America, le quali sono causa di una deforestazione incontrollata. Non si considera, tuttavia, che quasi il 90% della produzione mondiale di soia è destinata all'alimentazione degli animali da allevamento, con una conversione delle proteine da vegetali ad animali estremamente sfavorevole, in media 1:15 (il che significa che un animale, per produrre 1Kg di carne, deve mangiare 15Kg di vegetali). Gli animali, quindi, sono “fabbriche di proteine alla rovescia”, poiché consumano molte più calorie di quante ne producano sotto forma di carne, latte e uova. Inoltre, la soia OGM coltivata in maniera estensiva, è totalmente destinata a diventare mangime e non "cibo per i vegetariani" (i quali, tra l'altro, non sono gli unici consumatori di soia e derivati).



2) LA SALUTE. Indiscussi sono anche i vantaggi delle diete vegetariane sulla salute. Si è osservato in diversi studi epidemiologici che i soggetti vegetariani presentano una maggiore longevità ed una minore incidenza delle malattie croniche tipiche dei paesi ricchi, quali diabete di tipo II, malattie cardiovascolari, dell’apparato gastrointestinale e dei reni, ed alcuni tumori (soprattutto del colon-retto e della prostata). Diversi sono gli aspetti che, tra loro associati, possono determinare la minor incidenza di malattie degenerative nei vegetariani rispetto ai soggetti che seguono un’alimentazione mista. Da un lato sicuramente gioca un ruolo fondamentale il minor consumo di alimenti animali quali la carne rossa, che l'International Agency for Research on Cancer (IARC) fa rientrare fra le sostanze probabilmente cancerogene, e le carni rosse lavorate (insaccati, salumi) che la stessa agenzia classifica come sicuramente cancerogene, e più in generale alimenti ricchi di acidi grassi saturi e di colesterolo; dall’altro il consumo più elevato di fibre, acido alfa-linolenico, magnesio, potassio, folati, vitamine antiossidanti e sostanze vegetali con attività protettiva, amplifica questi effetti. Nonostante l'evidenza scientifica, tuttavia, le diete vegetariane vengono spesso descritte come incomplete e sbilanciate. Questo è decisamente FALSO! Tutte le diete, per essere complete ed equilibrate, devono essere ben bilanciate, e l'apporto di tutti i nutrienti, compresi ad esempio proteine e ferro, può essere garantito anche senza consumare alimenti di origine animale. L'unica eccezione riguarda la vitamina B12, che deve essere necessariamente assunta dai vegani, ma che tuttavia può risultare spesso carente anche nei soggetti onnivori.



3) L'ETICA. Al contrario di quello che si crede, anche in Italia ormai la stragrande maggioranza degli allevamenti è di tipo intensivo. Gli animali sono costretti a vivere in spazi sovraffollati, spesso senza la possibilità di godere di aria pulita e luce naturale, routinariamente sottoposti a terapie antibiotiche ed ormonali e a mutilazioni di vario genere (come taglio della coda, del becco, rimozione dei denti, ovviamente senza anestesia). La vita di questi animali risulta nettamente più breve della loro vita naturale, non solo per quelli destinati alla produzione di carne, ma anche per la produzione di derivati quali latte e uova: le galline ovaiole, ad esempio, vengono macellate all'età di due anni (contro i 7 anni di vita naturale), mentre le vacche da latte a quattro anni (contro una vita naturale di 20-40 anni). Inoltre, per legge, gli animali dovrebbero essere storditi prima di essere uccisi, tuttavia, a causa della rapidità delle linee di macellazione, questa procedura non viene sempre eseguita in maniera corretta e spesso capita che gli animali siano coscienti quando viene loro tagliata la gola, o quando vengono decapitati o gettati nell’acqua bollente delle vasche di scottatura. In ogni caso, a prescindere dalle tecniche di allevamento e macellazione, coloro che scelgono la dieta latto-ovo-vegetariana rifiutano di nutrirsi di carne, dando lo stesso valore alla vita di tutti gli animali, dai cani alle mucche, dai polli ai gatti e ai conigli. I vegani compiono un passo successivo, escludendo dalla dieta anche latte e uova. La produzione del latte, infatti, si basa sulla fecondazione artificiale e forzata delle vacche, le quali, come tutti i mammiferi, producono latte solo dando alla luce un cucciolo. Poche ore dopo il parto, esse vengono separate dai vitelli, i quali se maschi diventeranno carne, mentre le femmine subiranno le stesse sorti delle madri, per poi essere a loro volta macellate giovanissime poiché non più produttive. Per quanto riguarda la produzione delle uova, il sistema non è meno crudele, basti pensare che i pulcini maschi, se non indirizzati verso la produzione di "carne di pollo", vengono triturati o soffocati o schiacciati con apposite macchine appena nati poiché considerati "rifiuti".



Queste quindi le principali ragioni che spingono i vegetariani ad escludere alcuni alimenti dalla loro dieta, consapevoli che la moltitudine di cibi vegetali che hanno a disposizione, dai cereali ai legumi, da frutta e verdura ai semi e alla frutta secca, gli permetteranno di vivere in salute ed in arminonia con i loro valori.

Concludo quindi invitando tutti al rispetto delle scelte personali, soprattutto quando queste non invadono in alcun modo la nostra vita e la nostra libertà e si fondano su intenti nobili come la tutela dell'ambiente e degli animali.



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